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Trascorrendo

by Mattia Martinengo

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1.
Trascorrendo 01:04
Trascorrendo, distrazioni del possibile, fuggevoli spazi, soluzioni probabili e improbabili accadimenti. Pensieri che si moltiplicano o spossati arrancano nella fragilità di attimi, in consapevoli stalli, delicatezza di parola, la quiete di una nota, fissità del tempo immutabile.
2.
Monicelli 07:17
Occhi ridenti, occhi di lotta, occhi eleganti, malinconici ed assenti, occhi di rabbia per troppa ingiustizia. Occhi che han fatto inumidire altri occhi, occhi che han dipinto pellicole d’incanto mostrando scorci. Storie d’Italia, di persone, di esistenze, di risate, di dolore, di commozione. E guarda come siamo innamorati, traditi, zingari, feroci, disincantati. Il volo oltre tutte le nostre miserie. Il volo oltre tutte le nostre storie. Fino alla fine libero padrone di sè, fino alla fine e guarda, guarda, guarda che occhi ridenti senza speranza.
3.
C’è chi attende la grazia dal proprio tribunale interiore. C’è chi è fermo, immobile in sospensione. C’è chi di un certo scomodo passato si è disintossicato, e non gli fa più male, non gli fa più male. C’è chi dei sentimenti ha fatto saggia convenzione. C’è chi devasta il tempo con moderazione. C’è chi ha scordato in un cassetto ogni illusione. C’è chi ha abdicato, chi è ritornato, c’è chi ancora aspetta, chi è naufragato. Chi va seguendo la bussola dell’emotività in questi giorni sterili. Seguendo la bussola dell’emotività in questi giorni sterili, in questi giorni orribili, in questi giorni sterili, in questi giorni sterili...
4.
Sofia ha un cappello di lana chiara con cui affronta l’inverno in compagnia delle sue tendenze nostalgiche. Sofia aspetta tempi migliori stando nell’ipoteticità, Sofia che non ricorda più il gusto della felicità. Sofia è attesa da funamboli in maschera, impresari del tempo, pirati per approssimazione, gatti d’appartamento. E vaga sola per gli antri cittadini maledicendo il domani, mentre la luna è tranciata netta dal palazzo di giustizia. Chissà che senso ha parafrasare la libertà con i lampioni che narrano l’immobilità. E giudicano le automobili tristi, accorpate paiono un lungo serpente che divora l’asfalto, che divora anche il tempo. Sofia stasera non si sente altro che una macchia sulla camicia, se ne va a spasso pensando a questa vita che non è ancora finita.
5.
(lettera di Claudio Martinengo) Chissà se a Djerba tira ancora forte il vento, e se la mano di Allah ti ha protetta e illuminata nei dieci anni passati. Ci fosse sempre un po’ di mare, esotico o nostrano, ... l’audacia delle onde... la pace degli scogli... conchiglie... tra nasse e reti da paranza, gatti senza età... poi, ricordarlo tutti i giorni e ogni giorno dimenticarlo quel mare che non c’è. Stringi forte tutto ciò che ti è caro e abbine cura nei giorni, e quando le giornate profumano d’amore trattienine l’essenza, forse non torneranno più, e nel dubbio serbane almeno il giusto ricordo, pur senza cordialità, per poi volare leggera altrove, lontanissima o nei pressi. T’incontro sovente nei sogni. Da tanto tempo. In un tempo immutato in me che ti preserva dal tempo, da troppe suggestioni e da tutto ciò che ha già vissuto abbastanza.
6.
Letto 26 03:21
cover di Stefano Rosso
7.
Melancolia 05:43
Scarno spunta timido il sole inondandomi il volto, in questo nuovo giorno di schegge vibranti c’è un nastro riavvolto. La sospensione di una foto in bianco e nero, qualcosa che riporta a qualcos’altro. La memoria ostenta malignità infami e vile predispone all’inganno. Inno alla melancolia. Il presente gocciola l’inafferrabile bugia, è come un sasso che affonda nell’azzurro vuoto degli abissi. Un ghigno sulla bocca dell’avvenire è l’anima che all’ombra di un bonsai asciuga i ricordi dispersi e le lacrime che bagnano lo scorrere. Lacrime perse nel fluire. Inno alla melancolia.
8.
Bisestile 03:04
E son sopravvissuto a un altro anno bisestile, correndo dietro alla mia coda di nuvole; fra biciclette elettriche, ballerine tossiche, lisergiche voglie di fuggire. Per me che no no no no non vi so suonare e penso alle puttanate abnormi che ci ammazzano ogni giorno un po’. Nel disincanto la chioma delle luci informi, informo chi nel vespro della fine del dì... E son sopravvissuto a un altro anno bisestile. Fra biciclette elettriche, bamboline tossiche, lisergiche voglie di fuggire, biciclette elettriche, principesse tossiche, lisergiche voglie di fuggire. E son sopravvissuto a un altro anno bisestile.
9.
L'ombrello 03:18
Altri pensieri, stasi onirche, fattori alchemici. Risvolti di personalità, crisi di coscienza o d’identità. La mia appendice è un buco nero che assorbe e divora tutto quanto. La mia appendice è un buco nero, un ego che assorbe e divora tutto quanto. Io cosa ho fatto? Non lo so. Io cosa ho fatto? Ma però... Io cosa ho fatto? Che ne so, Fortuna almeno c’è il però. Come un sonnambulo estremista a spasso sui cornicioni, in russo maledire chiese, banche e ospedali, poi discutere per ore e ore sulle vie della libertà: (per gentile concessione) di età, rinvii, morte, anima e ragione. E mentre la pioggia va, fra attimi di incoscienza e grondaie di città, galleggia sempre l’angelo in mutande e trova comunque il giorno bello sventolando il suo ombrello. La mia appendice è un buco nero, esistenzialismo da soffitta. La mia appendice è un buco nero, è esistenzialismo da soffitta. Sei disperata? Pensa un po’. Sei disperata? Ma però... Sei disperata? Pensaci un po’, sai sotto spirito c’è il però. E naufragar sui tetti di una città mimetizzati con l’ombrello. I naufraghi sui tetti delle città coi cappelli e gli ombrelli. Altri pensieri, stasi onirche, fattori alchemici. Disturbi di personalità, crisi d’astinenza o d’identità.
10.
Trascorrendo 06:30
II (estratto da quattro quartetti di T.S.Eliot) Tempo presente e tempo passato sono forse entrambi presenti nel tempo futuro, e il tempo futuro è contenuto nel tempo passato. Se il tempo tutto è eternamente presente il tempo tutto è irredimibile. Ciò che avrebbe potuto essere è un'astrazione che rimane perpetua possibilità solo in un mondo ipotetico. Ciò che avrebbe potuto essere e ciò che è stato puntano a un solo fine, che è sempre presente. Passi echeggiano nella memoria lungo la via che non abbiamo preso verso la porta che non abbiamo aperto. Le mie parole echeggiano così, nella tua mente. III Si muove, sembra vada di fretta quella lancetta, quella macchietta... Fra mutevoli impressioni su parti e interezze di meccanismi. Fra le analisi, tutti i giri di parole e fra quello che proviamo e non riusciamo a spiegare. Fra i sussurri, i significati gli sbadigli del tempo, appunto, fra le meraviglie, le rincorse, gli abbandoni, le storie. Si muove, con una tale lentezza quella macchietta, quella lancetta... Col futuro che a volte, sorridere sa senza la solita eccessiva ambiguità. Col passato scivoloso, che ci ricorda talvolta cosa accadrà, come si fa. E questo momento, questi giorni, certi momenti, certi giorni. Si muove, io non so dire veloce come quella lancetta/macchietta, quella macchietta/lancetta. IV Trascorrendo con le isole del già avvenuto, attorno a ciò che abbiamo dimenticato, scelta o necessità, è stato quel che è stato. Trascorrendo a volte inciampando negli eventi, perdere pezzi, toccare il fondo, cercare di tornar su, fra le piaghe del tempo. Trascorrendo fra scontri, perdite, incontri, in questo circo di volti e d’identità, questione di legami. Trascorrendo a tratti volando nei giorni, non riuscire a prender sonno la notte pensando al domani, curiosità fottuta. Trascorrendo in luoghi lontani o di casa, vecchie foto, vecchi ricordi delle nostre età, fra chiari e scuri. V Trascorrendo con la nostra tenerezza, la nostra rabbia, la nostra solitudine, le nostre contraddizioni. Trascorrendo alla ricerca dei perché, alla ricerca di qualcosa/qualcuno, coi nostri sì, i nostri forse, i nostri mai. Trascorrendo...

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registrato e mixato allo studio 1936 da Davide Onida nella primavera/estate del 2011.

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released December 22, 2011

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Mattia Martinengo Torino, Italy

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