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Le canzoni del sospeso

by Mattia Martinengo e le Consone Dissonanze

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1.
2.
Coriandoli 02:59
Ma ti ricordi? Quand’eravamo strafatti sul tappeto ad ascoltare Chet… Pensavi al fanciullo eterno, al fingitore che è il poeta, ai cappotti rossi, alle disillusioni e a tutto ciò che avresti dovuto e voluto fare l’indomani… Pensavi a giorni d’incanti e ilarità, librarsi di coriandoli. Pensavi a giorni d’incanti e di follie, librarsi fra i coriandoli. Ma ti ricordi? Pensavi alla distanza dalle cose, ai cavalieri di ventura, alle nostre giovinezze soniche e a tutto il tempo che si è perso a non si sa far bene cosa. Ed ora stai cosi’ ad inseguire il vento.
3.
cover di Micah P. Hinson
4.
E mentre delicata dondoli con le palpebre adagiate alla semioscurità, e tutto attorno l’imbarazzo mio con le solite paure di rovinare o di cambiare ciò che ora c’è. E poi scavar nel fondo e poi ancora più giù, fino al fondo del fondo, fino ai silenzi obbligati, fino alle guance bagnate. E sai stravolgere i ‘di solito’, io so dei miei pensieri rumorosi, tu sai che tutto poi finisce male, io di certo, lo so. Sussurrami di ciò di cui non vuoi parlare poi donami un pensiero felice. Sussurrami di ciò di cui non vuoi parlare poi donami un pensiero felice. Un pensiero felice, un pensiero felice, sei un pensiero felice, un pensiero… E stringersi delicatamente è come una coperta nonostante luglio nonostante l’afa di città. E accarezzarsi delicatamente è un po’ come fingere che non ci sia una parte di me ormai solamente più per me. E poi baciarsi delicatamente è una zattera di sogni in un mare di parole incompiute. Delicatamente.
5.
Rincorrersi 01:48
Dovrei fare tante cose ma non farò nulla, lascio che il tempo impigrisca con me. Quando saremo esausti riprenderemo a rincorrerci. Si. E il cielo ci sembrerà ancora una volta più blu. E il cielo ci sembrerà più blu.
6.
T. 03:53
Qui c’è come un’atmosfera strana che mi rapisce di netto l’anima; ricordi di luoghi, sorrisi e canzoni. È un bianco e nero illusorio, certo, sono solo le impressioni dai miei oblò. Un sorriso di intenzione, e per il resto, vada come vada e vabbò… In quell’iridi di cielo, immensi come le tempeste che scateni a passo di Charleston. E quelle sigarette che fumi distratta nelle foto, son come le parole di una passata modernità: le parole suadenti, che sono poi unguenti di voluttà, le parole cucite addosso come un abito succinto tinta ocra. E le mani, le voliere, le forme d’amori infedeli; profumi di Parigi nelle sue più eleganti borghesie. Ed io davanti a quei colori, alle linee delle mie notti randagie, nel polline ed ancora sospeso sopra un aquilone blu; con tutto attorno i simboli nostalgici dei petali delle rose mentre pulsa un eco vermiglio da ultimo tango. Qui c’è come un’atmosfera strana e lo so che non vuol dire un cazzo, ma tutte queste suggestioni sento che mi coccolano un po’ l’anima (ammesso che esista); e ci sei tu con quelle tonalità di verde che sono un manifesto all’Art Decò, tu e quella sensazione indigesta che da qui a poco pioverà.
7.
8.
Staticità 03:13
In generale il prodotto scaduto rinfresca ancora un po’ l’anima, il servilismo assoluto feconda l’odio più tenero. Statico. Statico. Dentro un rapporto paranoico e distorto si perde anche il gusto di ridere e tutti i processi adibiti ad eccessi risultano in fondo un po’ sterili. Statico. Statico. Statico binario di compromesso, nonostante tutto ora so cosa significa staticità. Staticità. Staticità.
9.
Signora degli Abissi dagli occhi grandi ed un’innata musicalità, che dal fondo di un bicchiere trasfiguri la realtà. Signora degli Abissi c’è l’abbraccio di un film visto e stravisto che non muta mai finale, cambia solo la pubblicità. Signora degli Abissi pensieri grigi da domenica sera e poi c’è il lunedì, fra scienziati del sociale che non sorridono quasi mai. Signora degli Abissi che cerca di imporre una logica al caos, per leggerne le sfumature, quelle da ricucire prima o poi. Signora degli Abissi le tue domande, forse ti ho amata, chi lo sa ma per una volta ci troviam d’accordo che importanza ormai non ne ha. Signora degli Abissi un’ancora ferma ad una sera di tempo fa e poi come prima, più di prima, l’illusione no, non ci sta. Tutto ciò che non sarà questa città. Tutto ciò che non sarà per me, per te, per noi questa città. L’ultima volta che ti ho vista, ricordo, che non sapevo se era la pioggia o se eran lacrime e come nei più struggenti film francesi, vestiti di rancore, ce ne siamo andati e non ci siamo più voltati mentre triste ci sorrideva la città. Ed anche oggi che casualmente ci incrociamo ci sorride triste la città. Ci sorride triste questa sporca città. E spesso ti penso Signora degli Abissi che siamo stati felici ed anche noi un po’ tristi. E a volte mi manchi Signora degli Abissi che siamo stati felici e anche tristi. Signora degli Abissi E della fine che dire? È un po’ come in Secondo me l’amore: “Ne ho conosciute tante di mignotte ma te lo giuro tu le freghi tutte”.
10.
( ) 02:16
In un paesaggio in cui non si scorge l’orizzonte, in un giorno di luce perpetua Lui non desiderava nient’altro che camminare, e allacciarsi le scarpe, e guardarsi intorno, e stendersi sul muschio opaco e morbido e perdersi, perdersi, perdersi, perdersi laggiù nella meravigliosa e desolante solitudine del Nord, Lui, gelido come il Vento Artico. E di tanto in tanto, in quelle Terre Selvagge si domandava dove Lei fosse: Lei fattezze di nuvola, ancella dell’onirico, un’ombra leggera e sfuggevole. E si ritroveranno, forse un giorno, divisi da milioni di stelle ma in fondo non così lontani: con le scarpe slacciate, seduti sulla neve di un bianco irreale, nell’estasi di una danza di luci nel cielo. E come l’acqua che sgorga dai ghiacci spogliati di tutto ciò che rimane di loro.
11.
Sospesi 03:20
Sospesi come un’altalena in movimento circostanziale. Sospesi come quella chitarra appesa al muro senza una corda. Sospesi come i tuoi occhi stanchi dopo otto ore di lavoro. Sospesi come un sonno inquieto e complicato che rende vacuo il mattino. Sospesi come la Luna di Bjork, come quel bar al di là del fiume. Sospesi come nella foschia (si sta sospesi), come i denti di leone. Sospesi come le nuvole lassù, che ci stanno ad osservare. Sospesi come le nuvole lassù, che ci stanno talvolta a inventare. Sospesi come le nuvole lassù, che ci stanno ad aspettare. Sospesi come le nuvole lassù, che ci stanno ad aspettare. Sospesi. Sospesi. Sospesi. Come le voglie di Parentesi, un poema epico, qualcosa di tangibile solo in parte. Come una pioggia di coriandoli, un teorema sul rincorrersi, qualcosa di tangibile solo in parte. Parole di vento, brandelli di nuvola. Parole di vento, brandelli di nuvola.

about

Registrazione, mix e master eseguito da Davide Onida allo "Studio 1936"

Illustrazioni di Alberto Valente
Colori di Agnese Vigorelli

credits

released December 31, 2016

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Mattia Martinengo Torino, Italy

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