1. |
Trascorrendo
01:04
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Trascorrendo,
distrazioni del possibile,
fuggevoli spazi,
soluzioni probabili
e improbabili accadimenti.
Pensieri che si moltiplicano
o spossati arrancano
nella fragilità di attimi,
in consapevoli stalli,
delicatezza di parola,
la quiete di una nota,
fissità del tempo
immutabile.
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2. |
Monicelli
07:17
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Occhi ridenti, occhi di lotta,
occhi eleganti, malinconici ed assenti,
occhi di rabbia per troppa ingiustizia.
Occhi che han fatto inumidire altri occhi,
occhi che han dipinto pellicole d’incanto
mostrando scorci.
Storie d’Italia, di persone,
di esistenze, di risate, di dolore,
di commozione.
E guarda come siamo innamorati,
traditi, zingari, feroci,
disincantati.
Il volo oltre tutte le nostre miserie.
Il volo oltre tutte le nostre storie.
Fino alla fine libero padrone di sè,
fino alla fine
e guarda, guarda, guarda
che occhi ridenti
senza
speranza.
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3. |
Giorni sterili
05:05
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C’è chi attende la grazia dal proprio tribunale interiore.
C’è chi è fermo, immobile in sospensione.
C’è chi di un certo scomodo passato si è disintossicato,
e non gli fa più male, non gli fa più male.
C’è chi dei sentimenti ha fatto saggia convenzione.
C’è chi devasta il tempo con moderazione.
C’è chi ha scordato in un cassetto ogni illusione.
C’è chi ha abdicato, chi è ritornato,
c’è chi ancora aspetta, chi è naufragato.
Chi va seguendo la bussola dell’emotività
in questi giorni sterili.
Seguendo la bussola dell’emotività
in questi giorni sterili,
in questi giorni orribili,
in questi giorni sterili,
in questi giorni sterili...
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4. |
Una sera di Sofia
03:20
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Sofia ha un cappello di lana chiara
con cui affronta l’inverno
in compagnia delle sue tendenze
nostalgiche.
Sofia aspetta tempi migliori
stando nell’ipoteticità,
Sofia che non ricorda più il gusto
della felicità.
Sofia è attesa da funamboli in maschera,
impresari del tempo,
pirati per approssimazione,
gatti d’appartamento.
E vaga sola per gli antri cittadini
maledicendo il domani,
mentre la luna è tranciata netta
dal palazzo di giustizia.
Chissà che senso ha
parafrasare la libertà
con i lampioni che narrano
l’immobilità.
E giudicano le automobili tristi,
accorpate paiono un lungo serpente
che divora l’asfalto,
che divora anche il tempo.
Sofia stasera non si sente altro
che una macchia sulla camicia,
se ne va a spasso pensando a questa vita
che non è ancora finita.
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5. |
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(lettera di Claudio Martinengo)
Chissà se a Djerba tira ancora forte il vento, e se
la mano di Allah ti ha protetta e illuminata nei dieci anni
passati.
Ci fosse sempre un po’ di mare, esotico o nostrano,
... l’audacia delle onde... la pace degli scogli...
conchiglie... tra nasse e reti da paranza, gatti senza età...
poi, ricordarlo tutti i giorni e ogni giorno dimenticarlo
quel mare che non c’è.
Stringi forte tutto ciò che ti è caro e abbine cura nei giorni, e
quando le giornate profumano d’amore trattienine l’essenza,
forse non torneranno più, e nel dubbio serbane almeno il giusto
ricordo, pur senza cordialità, per poi volare leggera altrove,
lontanissima o nei pressi.
T’incontro sovente nei sogni.
Da tanto tempo.
In un tempo immutato in me che ti preserva dal tempo, da
troppe suggestioni e da tutto ciò che ha già vissuto abbastanza.
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6. |
Letto 26
03:21
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cover di Stefano Rosso
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7. |
Melancolia
05:43
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Scarno spunta timido il sole
inondandomi il volto,
in questo nuovo giorno di schegge vibranti
c’è un nastro riavvolto.
La sospensione di una foto in bianco e nero,
qualcosa che riporta a qualcos’altro.
La memoria ostenta malignità infami
e vile predispone all’inganno.
Inno alla melancolia.
Il presente gocciola
l’inafferrabile bugia,
è come un sasso che affonda
nell’azzurro vuoto degli abissi.
Un ghigno sulla bocca dell’avvenire
è l’anima che all’ombra di un bonsai
asciuga i ricordi dispersi
e le lacrime che bagnano lo scorrere.
Lacrime perse nel fluire.
Inno alla melancolia.
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8. |
Bisestile
03:04
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E son sopravvissuto a un altro anno bisestile,
correndo dietro alla mia coda di nuvole;
fra biciclette elettriche, ballerine tossiche,
lisergiche voglie di fuggire.
Per me che no no no no non vi so suonare
e penso alle puttanate abnormi che ci ammazzano ogni giorno un po’.
Nel disincanto la chioma delle luci informi,
informo chi nel vespro della fine del dì...
E son sopravvissuto a un altro anno bisestile.
Fra biciclette elettriche, bamboline tossiche,
lisergiche voglie di fuggire,
biciclette elettriche, principesse tossiche,
lisergiche voglie di fuggire.
E son sopravvissuto a un altro anno bisestile.
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9. |
L'ombrello
03:18
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Altri pensieri,
stasi onirche,
fattori alchemici.
Risvolti di personalità,
crisi di coscienza
o d’identità.
La mia appendice è un buco nero
che assorbe e divora tutto quanto.
La mia appendice è un buco nero,
un ego che assorbe e divora tutto quanto.
Io cosa ho fatto?
Non lo so.
Io cosa ho fatto?
Ma però...
Io cosa ho fatto?
Che ne so,
Fortuna almeno
c’è il però.
Come un sonnambulo estremista a spasso sui cornicioni,
in russo maledire chiese, banche e ospedali,
poi discutere per ore e ore
sulle vie della libertà:
(per gentile concessione)
di età, rinvii, morte, anima e ragione.
E mentre la pioggia va,
fra attimi di incoscienza e grondaie di città,
galleggia sempre l’angelo in mutande
e trova comunque il giorno bello sventolando il suo ombrello.
La mia appendice è un buco nero,
esistenzialismo da soffitta.
La mia appendice è un buco nero,
è esistenzialismo da soffitta.
Sei disperata?
Pensa un po’.
Sei disperata?
Ma però...
Sei disperata?
Pensaci un po’,
sai sotto spirito
c’è il però.
E naufragar sui tetti di una città
mimetizzati con l’ombrello.
I naufraghi sui tetti delle città
coi cappelli e gli ombrelli.
Altri pensieri,
stasi onirche,
fattori alchemici.
Disturbi di personalità,
crisi d’astinenza
o d’identità.
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10. |
Trascorrendo
06:30
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II
(estratto da quattro quartetti di T.S.Eliot)
Tempo presente e tempo passato
sono forse entrambi presenti nel tempo futuro,
e il tempo futuro è contenuto nel tempo passato.
Se il tempo tutto è eternamente presente
il tempo tutto è irredimibile.
Ciò che avrebbe potuto essere è un'astrazione
che rimane perpetua possibilità
solo in un mondo ipotetico.
Ciò che avrebbe potuto essere e ciò che è stato puntano a un solo fine, che è sempre presente.
Passi echeggiano nella memoria
lungo la via che non abbiamo preso
verso la porta che non abbiamo aperto.
Le mie parole echeggiano
così, nella tua mente.
III
Si muove,
sembra vada di fretta
quella lancetta,
quella macchietta...
Fra mutevoli
impressioni
su parti e interezze
di meccanismi.
Fra le analisi,
tutti i giri di parole
e fra quello che proviamo
e non riusciamo a spiegare.
Fra i sussurri, i significati
gli sbadigli del tempo, appunto,
fra le meraviglie, le rincorse,
gli abbandoni, le storie.
Si muove,
con una tale lentezza
quella macchietta,
quella lancetta...
Col futuro che a volte,
sorridere sa
senza la solita eccessiva
ambiguità.
Col passato
scivoloso,
che ci ricorda talvolta
cosa accadrà, come si fa.
E questo momento,
questi giorni,
certi momenti,
certi giorni.
Si muove,
io non so dire veloce come
quella lancetta/macchietta,
quella macchietta/lancetta.
IV
Trascorrendo con le isole del già avvenuto,
attorno a ciò che abbiamo dimenticato,
scelta o necessità,
è stato quel che è stato.
Trascorrendo
a volte inciampando negli eventi,
perdere pezzi, toccare il fondo,
cercare di tornar su,
fra le piaghe del tempo.
Trascorrendo
fra scontri, perdite, incontri,
in questo circo di volti
e d’identità,
questione di legami.
Trascorrendo
a tratti volando nei giorni,
non riuscire a prender sonno la notte
pensando al domani,
curiosità fottuta.
Trascorrendo
in luoghi lontani o di casa,
vecchie foto, vecchi ricordi
delle nostre età,
fra chiari e scuri.
V
Trascorrendo con la nostra tenerezza,
la nostra rabbia,
la nostra solitudine,
le nostre contraddizioni.
Trascorrendo
alla ricerca dei perché,
alla ricerca di qualcosa/qualcuno,
coi nostri sì, i nostri forse,
i nostri mai.
Trascorrendo...
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